Gino Strada. Portare avanti il suo esempio contro tutte le guerre

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La Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia invia le sue parole di commiato: “Gino Strada ci ricorda Eliseo, che ha guarito il capo dell’esercito del re di Siria colpito dalla lebbra e ha rifiutato di ricevere dei regali come ricompensa”. E rilancia l’impegno contro armamenti e spese militari.

Il 13 di agosto è mancato Gino Strada. Medico di guerra, è stato il fondatore dell’Associazione umanitaria Emergency insieme a Teresa Sarti, la moglie, e altri amici. Nata nel 1994 a Milano, Emergency ancora oggi offre cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime di guerra. Sono 11 milioni le persone curate dall’inizio della sua storia, dal Ruanda all’Afghanistan. E ancora: Iraq, Cambogia, Serbia, Eritrea….

La Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) scrive:

“Ad aprile l’osservatorio Milex denunciava che la spesa militare italiana nel 2021 raggiunge quasi i 25 miliardi di euro, + 8% sul 2020 (sono circa 2.000 miliardi di dollari nel mondo). 8,7 miliardi il costo della ventennale presenza militare italiana in Afghanistan.

Le informazioni sulle missioni militari in Sahel o nel Mar cinese meridionale o in altri teatri di conflitto non sono di interesse mediatico né politico sindacale. Perché l’industria bellica fa bene all’occupazione.

Gino Strada, che si definiva non credente, ci ricorda Eliseo che ha guarito il capo dell’esercito del re di Siria (II Re 5) colpito dalla lebbra e ha rifiutato di ricevere dei regali come ricompensa.

La GLAM intende unirsi a quanti sono riconoscenti a Gino Strada per la sua dedizione professionale. E per il suo impegno politico nel denunciare la cultura bellica che intride le nostre vite, e che porta a legittimare una regolazione delle relazioni economiche e politiche mondiali fondata sulla potenza e l’aggressione armata. Di lui ci rimane l’esempio che è possibile agire contro la guerra e la politica guerrafondaia. Un esempio da studiare e applicare anche con azioni limitate e puntuali”.

Altre parole di commiato sono giunte anche da Maria Elena Lacquaniti, componente della GLAM. Le riportiamo qui di seguito.

Gino Strada, un progetto di vita tracciato nel nome – di Maria Elena Lacquaniti

Ricordo perfettamente il giorno in cui, tantissimi anni fa, mio padre parlando a mia madre di “Medici senza frontiere”, aveva entusiasmato, senza averne la minima consapevolezza, il mio cuore di piccola scolara. Portandomi a desiderare in segreto di divenire anche io una dottoressa che salva le vite nei posti più brutti del mondo. Poi la vita reale dissipò i miei sogni. Diversi anni dopo, era il 1994, Gino Strada e la sua “Emergency” riscuotevano la simpatia nella nostra casa e tra i nostri amici. E noi, allora giovanissimi genitori e militanti di sinistra, divoravamo informazioni, rispondevamo ad appelli, inviavamo contributi, partecipavamo ad incontri.

Gino Strada ha seguito una chiamata che ha fatto sua indipendentemente dal credere o no, una chiamata che lo ha invitato a mettersi al servizio dell’umanità sofferente. Egli è un giusto perché l’ha accolta senza alcuna riserva. Ribadisco, è giusto, non “era”, perché di essere giusti non si finisce mai, i giusti sono tali per sempre.

“Non esistono guerre giuste”

Dal Perù all’Afghanistan, passando dall’ebola alle bombe, Gino Strada davanti ai suoi occhi ha sempre visto un corpo sofferente, un corpo che chiede aiuto ed alla cui vista non si può scappare. Recitando un mantra “non esistono guerre giuste”, ha messo la vita al servizio di chi vive nella guerra facendo la scelta etica di non giudicare colui e colei che hanno bisogno di cure. Egli ha fatto della sua professione uno strumento per portare giustizia laddove questa è negata, quindi non solo tra le bombe che rendono udibile la guerra, ma anche dove la strage per sete, fame e malattie avviene silenziosamente sotto lo sguardo assente e lobotomizzato del mondo ricco. La professione di medico chirurgo è stata utilizzata come si utilizza un attrezzo di lavoro, il ponte per un meccanico o la calce per un muratore. Nessun vanto, nessuna clinica privata. Nessuna carriera ospedaliera tanto meno universitaria. Nessuna parcella, nessuna segretaria per riempire l’agenda di appuntamenti. Un campo, una tenda, una sala operatoria e una sola fede, l’umanità. Davanti a quegli occhi di bambino sono passati i corpi che subiscono la guerra; ad ognuno la propria fantasia nell’immaginarli, ma lui con quell’advocacy che lo ha sempre contraddistinto non ha mai avuto riserve nel descrivere e denunciare; riusciva a far sentire l’odore acre del sangue e a metterci a nudo, svelando le nostre responsabilità con le sue parole taglienti eppure così dolci nei confronti dei popoli afflitti dal dolore e dalle ingiustizie. Il dottor Strada sapeva sognare e questo ha reso possibile credere, avere fiducia, vivere nella speranza. Se così non fosse stato le tende non si sarebbero trasformate in ospedali e chissà quanti disperati e poveri del mondo avrebbero finito di vivere senza la carezza di una mano amica.

Per una salute universale, pubblica, giusta e gratuita

Il dottor Strada si è adoperato fino all’ultimo giorno di vita, affinché su questi dati, e su null’altro, si confrontassero i governi. Perché nulla mai può giustificare ingiustizia e guerra, in ogni situazione si deve mirare, desiderare e portare pace. Quegli occhi di bambino hanno dato voce ad un uomo e noi speriamo che la terra di uomini e donne così ne abbia tanti nel suo ventre, capaci di rispettare la sacralità della vita dell’altro e dell’altra. Questi quasi due anni di pandemia lo hanno visto deciso nel chiedere ai governi di tutto il mondo una sanità universale, pubblica, gratuita, integrata, radici per lo sviluppo di un’economia della cura che non guarda ai profitti, ma che volge lo sguardo all’umanità. Ed aggiungerei alla creazione di Dio, proteggendola ed amandola come l’aria che respiriamo, come l’acqua che beviamo, ed abbracciandola con il sostegno divino. “…Il Signore sostiene i giusti”, come cita il salmo 37 al versetto 17.

Articolo da NEV – Notizie evangeliche

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