Morto il pastore metodista Joseph Lowery, pioniere dei diritti degli afro-americani

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Da Riforma

Guidò la preghiera di benedizione all’insediamento di Barack Obama nel 2009. Dall’amicizia con Rosa Parks e Martin Luther King fino ai giorni nostri, una lunga vita al servizio degli altri

30 marzo 2020 – Il pastore metodista Joseph Lowery, pioniere del movimento per i diritti civili e destinatario della Medaglia presidenziale per la libertà, il più alto riconoscimento civile degli Stati Uniti, sotto l’amministrazione del presidente Barack Obama, è morto nella sua casa di Atlanta, Georgia, il 27 marzo, come riportato dall’emittente Cbs, all’età di 98 anni. .

Lowery e Obama erano molto vicini. L’ex presidente lo ha ammirato moltissimo e lo ha chiamato a pronunciare la preghiera di benedizione in occasione della cerimonia del suo insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio 2009, da Lowery aperta con la lettura di alcune righe di “Lift every voice and sing”, anche noto come l’inno nazionale delle persone di colore, scritto da James Weldon Johnson nel 1900.

Nato il 6 ottobre 1921 a Hunstville, in Alabama, Joseph Lowery ha studiato al Knoxville College e al Seminario teologico di Payne. Ha conseguito in seguito un dottorato in teologia presso il Chicago Ecumenical Institute. Negli anni ’50 si è trasferito a Mobile, in Alabama, dove è stato pastore della Chiesa metodista di Warren Street dal 1952 al 1961, e dopo l’arresto di Rosa Parks nel 1955 (la donna che con il suo no a cedere il posto a un passeggero bianco sul bus diede vita al boicottaggio dei mezzi pubblici) alla guida dell’Associazione per gli affari civici dell’Alabama, il cui obiettivo era quello di liberare dalla segregazione razziale il sistema di autobus e aree pubbliche.

Da quel momento in poi, ha dedicato il lavoro della sua vita alla promozione del movimento per i diritti civili.

Su richiesta di Martin Luther King, Lowery partecipò alla marcia da Selma a Montgomery del 1965, 54 miglia di sfida alla segregazione. La prima marcia, che ebbe luogo il 7 marzo 1965, portò al famoso Bloody Sunday, in cui la polizia attaccò i manifestanti disarmati con bastoni e gas lacrimogeni; la seconda marcia portò alla morte dell’attivista dei Diritti civili James Reeb; la terza ebbe luogo il 21 marzo, con quasi 25.000 cittadini che protestavano ancora per il diritto di voto. Il 6 agosto 1965 fu emanato il Voting Rights Act che allargava a tutti il diritto al voto.

E’ stato co-fondatore e presidente del Black Leadership Forum, un consorzio di gruppi di difesa delle persone afro americane, che fece sentire la propria voce contro l’Apartheid in Sudafrica dalla metà degli anni ’70 fino alla fine del dominio delle minoranze bianche. Lowery è stato tra i primi cinque uomini neri ad essere arrestato fuori dall’ambasciata sudafricana a Washington, DC, durante il movimento per il Sud Africa libero. Ha servito come pastore in seguito nella Cascade United Methodist Church di Atlanta dal 1986 al 1992

Per onorarlo, il governo della città di Atlanta ha ribattezzato Ashby Street che ora si chiama Joseph E. Lowery Boulevard e corre a nord-sud a partire da West Marietta Street vicino al campus del Georgia Institute of Technology e si estende fino a White Street nel quartiere “West End”, passando davanti ai college e dalle università storicamente riservate agli afro-americani prima del Civil Rights Act del 1964: la Clark Atlanta University, lo Spelman College, il Morehouse College e ilMorris Brown College.

Nel 2006, al funerale di Coretta Scott King, moglie di Mlk, Lowery ricevette una standing ovation quando denunciò la violenza della guerra in Iraq di fronte a quattro presidenti degli Stati Uniti presenti.

Il Consiglio nazionale di chiese cristiane degli Stati Uniti ha ricordato il pastore Lowery come «Un ministro metodista considerato il “Decano” del Movimento per i diritti civili; ha servito la chiesa universale, ha detto la verità senza paura del potere costituito, ha assicurato i progressi dei diritti civili per tutta l’umanità ed è stato un fedele seguace di Gesù Cristo. Preghiamo per la sua famiglia e ringraziamo Dio per la buona battaglia che ha combattuto».

L’ex presidente Barack Obama lo ha ricordato come «Un gigante che ha cambiato il volto dell’America.  Ha portato il testimone così a lungo e in modo tanto sicuro. Ora tocca a tutti noi raccoglierlo e non smettere mai di andare avanti fino a quando non finiamo quello che ha iniziato: quel viaggio verso la giustizia. Ha fatto così tanto per portarci sempre più vicini all’America giusta, inclusiva e generosa, promessa nei nostri ideali fondatori. Con infinita generosità, pazienza e coraggio morale, ha guidato e incoraggiato un’intera nuova generazione di attivisti e leader».

 

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