TERREMOTO, IL CORDOGLIO E L’IMPEGNO DEGLI EVANGELICI ITALIANI

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AGENZIA NEV – NOTIZIE EVANGELICHE

SERVIZIO STAMPA DELLA FEDERAZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE IN ITALIA 

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COMUNICATO STAMPA

TERREMOTO, IL CORDOGLIO E L’IMPEGNO DEGLI EVANGELICI ITALIANI

La federazione delle chiese protestanti lancia una sottoscrizione per aiutare le popolazioni colpite dal sisma

Roma (NEV/CS03), 7 febbraio 2023 – “Siamo costernati e addolorati per il tragico terremoto che ha colpito vaste aree della Turchia, della Siria e del Libano, una macroregione che almeno in parte soffre ancora gli effetti di una guerra che ha costretto alla fuga milioni di persone” – così si è espresso Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) – “Preghiamo per quanti sono rimasti senza una casa, non di rado profughi in un paese straniero; per i soccorritori e quanti in vario modo si stanno adoperando per raccogliere aiuti – continua il presidente della FCEI – . Come Federazione delle chiese evangeliche in Italia ci siamo messi in contatto con alcuni dei partner con i quali collaboriamo anche per i corridoi umanitari dal Libano e ci siamo assunti l’impegno a sostenere alcuni progetti di intervento immediato. Lo stesso stiamo facendo con chiese e organizzazioni sorelle in grado di intervenire tempestivamente nelle zone colpite e di individuare progetti da sostenere oltre gli interventi immediati.

Sapendo di poter contare sul sostegno delle chiese membro della FCEI e sull’impegno generoso delle comunità evangeliche locali e di donatori che in molte occasioni hanno sostenuto i nostri progetti di intervento umanitario, apriamo una sottoscrizione per la raccolta di fondi per interventi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto.

Invitiamo – conclude Garrone – tutte le comunità evangeliche delle chiese che aderiscono alla FCEI a dedicare, nel culto di domenica prossima, un momento specifico al ricordo delle vittime e alla preghiera perché il Signore aiuti individui e popoli provati da una così grande tragedia a trovare le risorse materiali e le energie fisiche e spirituali per portare soccorso e, nel tempo, avviare un processo di ricostruzione il cui esito dipende anche dal nostro impegno e dalla nostra generosità”.

Per donare:

causale “sottoscrizione terremoto Turchia – Siria – Libano”

C/C intestato a Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Banca Unicredit – Via Vittorio Emanuele Orlando, 70, 00185 Roma
IBAN : IT26X0200805203000104203419
BIC: Bic/swift: UNCRITM1704

Messaggio di cordoglio alle popolazioni turche e siriane

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Le Chiese Metodiste italiane sono vicine alle popolazioni siriane turche colpite violentemente dal tragico sisma di ieri.

Le nostre preghiere e i nostri sentimenti di vicinanza sono con le vittime, i feriti, i sopravvissuti, i governi e tutte le persone che si stanno adoperando per portare aiuti e sostegno.

Versetto: Salmo 27,14

“Spera nel Signore! Sii forte, il tuo cuore si rinfranchi; sì, spera nel Signore!”

Signore, Dio nostro, sappiamo che tu rimani fedele alle tue promesse d’amore
per noi e per il creato intero
e tu piangi con noi davanti al disastro e alla catastrofe della sofferenza.
Dopo il terremoto sembra non ci sia più nulla,
uomini, donne, bambini, case, sicurezze, sogni e speranze
sono stati abbattuti e rasi al suolo,
ma tu rimani il nostro Dio in Cristo Gesù:
restituiscici la forza della speranza,
dacci la capacità di intervenire e portare aiuto,
dacci di saper ricostruire insieme,
di essere sale e luce per la terra.
Rinsalda le ginocchia infiacchite e le braccia cadenti,
asciuga le lacrime e ascolta il grido della sofferenza,
fa che nessuno si tiri indietro
e in Cristo Gesù vieni con la tua parola,
ricordaci ancora: io sono il vostro Dio e voi siete il mio popolo.
Amen

Past. Luca Anziani, Presidente dell’Opera Per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia

Vi aggiorneremo strada facendo sulle nostre iniziative.

Qui sotto trovate il link alla preghiera del Revd Graham Thompson, Presidente della Conferenza della Chiesa Metodista di Gran Bretagna e la traduzione in italiano.

https://www.methodist.org.uk/about-us/news/latest-news/all-news/a-prayer-for-the-tragic-events-in-turkey-and-syria/

Dio del tempo e dello spazio, ti preghiamo per i tuoi figli – i nostri vicini – nel sud della Turchia e nel nord della Siria, dopo il terremoto che ha devastato centinaia di vite. Solo loro e Tu sai cosa significa vivere un tale trauma nel cuore della notte.

Ringraziamo per gli aiuti che già vengono dati e per le promesse di aiuto che sono state fatte da molte nazioni.

Confortiamo, preghiamo,

coloro che sono intrappolati negli edifici crollati;

coloro che hanno perso i loro cari

coloro che attendono notizie e

coloro che scavano tra le macerie per salvare gli altri.

Concedi il dono della speranza, affinché coloro che sono in bilico tra la vita e la morte sappiano che sei con loro e che altri sono pronti a sostenerli mentre cercano un futuro che metta in ombra le esperienze di oggi.

Te lo chiediamo nel Nome di Gesù, che ha sopportato tanto per amore loro.

Amen.

Di seguito il link dell’associazione “All we can” del Regno Unito.

All We Can è un’organizzazione internazionale di sviluppo e soccorso che lavora per vedere realizzato il potenziale di ogni persona. Focalizzata sul servizio alle comunità più emarginate del mondo, All We Can è radicata nella fede cristiana.

L’associazione ha regolarmente coordinato le risposte umanitarie per la Chiesa metodista anche lavorato con l’ufficio “Otto Per Mille” della Chiesa evangelica Valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi in Italia) per molti anni sia per lo sviluppo che per gli aiuti umanitari e in passato colloquiato con il presidente dell’OPCEMI su come aiutare e sostenere le risposte alle emergenze. In passato ha anche sviluppato risorse sulle risposte alle emergenze per la Chiesa, per coinvolgere le sue comunità nel dare sostegno. L’Associazione è felice di continuare questo rapporto di lavoro e di servizio alla Chiesa, auspicando una risposta coordinata insieme ad altre chiese metodiste europee e all’UMCOR, con cui sta attualmente lavorando per questa emergenza.

https://www.allwecan.org.uk/donate/syrian-earthquake-emergency-donations/

Anche l”UMCOR (United Methodist Committee Relief), ovvero, l’organizzazione globale per gli aiuti umanitari e lo sviluppo della Chiesa Metodista Unita (UMC)degli USA, è un’organizzazione senza scopo di lucro, gestita sotto gli auspici del Consiglio generale dei ministeri globali (GBGM della UMC) e sta elaborando una sovvenzione per il nostro partner in Turchia, Mezzaluna Blu Internazionale (IBC), che ha lanciato un appello per forniture di emergenza come tende, stufe, coperte, vestiti caldi, cibo e primo soccorso.

È possibile donare a UMCOR International Disaster Response and Recovery Advance qui: http://ow.ly/APs450MKGNa 

Leggi l’appello di Christian Aid per aiutare le persone colpite dal terremoto in Turchia e Siria.

Chiese protestanti in piazza per la Pace domani 5 novembre

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Federazione delle chiese evangeliche in Italia e Diaconia valdese aderiscono alla manifestazione per chiedere il cessate il fuoco e la Pace fra Russia e Ucraina.

La Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha accolto l’invito della sua Assise generale (29 ottobre – 1 novembre 2022) «a partecipare con discernimento a iniziative a sostegno di un giusto processo di pace in Ucraina, denunciando la responsabilità della Federazione russa nell’aggressione di un paese sovrano come l’Ucraina; con questo profilo … ad aderire all’imminente manifestazione per la pace del prossimo 5 novembre»

Gli evangelici e le evangeliche che desiderino partecipare insieme al corteo marciando dietro allo striscione della Federazione, possono ritrovarsi alle ore 12:30 davanti alla Chiesa metodista di via XX Settembre.

Anche la Diaconia Valdese ha comunicato, con una nota, la sua adesione alla manifestazione del 5 novembre a Roma: «La Diaconia Valdese – si legge nel comunicato -, fin da febbraio 2022 accanto ai bambini, alle donne, alle famiglie ucraine vittime dell’invasione, sperimenta ogni giorno, anche nel sostegno a chi scappa da altre guerre dimenticate, che la violenza chiama violenza, che l’uso delle armi moltiplica le disuguaglianze e che non c’è pace senza giustizia; condivide la mozione della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia del 1° novembre scorso e aderisce alla manifestazione del 5 novembre a Roma (https://retepacedisarmo.org/2022/cessate-il-fuoco-subito-negoziato-per-la-pace-manifestazione-nazionale-a-roma-il-5-novembre/), auspicando che al più presto possano tacere i cannoni e si possa costruire, in Ucraina come altrove, una pace giusta e duratura».

 

Articolo tratto da Riforma.it

Metodisti europei in assise

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L’incontro autunnale del Consiglio metodista europeo (EMC) si è svolto dal 30 settembre al 4 ottobre ad Amburgo, in presenza

«I nostri fratelli e le nostre sorelle in Ucraina e Russia stanno soffrendo». Si è così espresso lo scorso 3 ottobre il Consiglio Metodista Europeo riunitosi ad Amburgo, per poi proseguire: «Abbiamo ascoltato il lamento delle nostre chiese che sono state fortemente colpite dalla guerra in Ucraina. Quando una parte del corpo di Cristo soffre, l’intero corpo soffre. Unite in Cristo, facciamo cordoglio e preghiamo insieme.  (…) al di là di tutto quanto divide, rimaniamo sorelle e fratelli e insieme rinnoviamo la nostra determinazione ad essere operatori e operatrici di pace in Europa oggi.  Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio”  (Mt. 5.9)».

Una breve dichiarazione questa del Consiglio Metodista Europeo – cui partecipano rappresentanti e vertici di chiese metodiste, wesleyane e unite – scaturita dall’ascolto delle testimonianze provenienti da alcuni membri delle chiese metodiste di Polonia e Russia in merito al conflitto che sta squassando l’Europa. La presenza della chiesa metodista russa in questa occasione ha dato una dimensione particolare all’incontro, anche perché questa è stata l’unica chiesa che in Russia ha preso posizione pubblicamente contro il regime.  

Il Consiglio, il primo in presenza dopo la pandemia, ha focalizzato i suoi lavori proprio sull’impatto che prima il Covid e ora la guerra stanno avendo sull’autocomprensione delle nostre chiese e sulla missione da portare avanti in un contesto fragile, polarizzato e secolarizzato come quello europeo. 

Momenti plenari si sono alternati con discussioni in gruppo per poi sfociare di nuovo in una condivisione plenaria. Un incontro proiettato soprattutto verso il futuro: cosa fare, cosa cambiare? Come migliorare e approfondire le relazioni non solo tra i membri del Consiglio, ma in particolare tra le chiese membro? Come sono cambiate le nostre chiese con l’utilizzo massiccio degli incontri da remoto e come possiamo al meglio utilizzare gli strumenti tecnologici e i social media? 

Per raggiungere tale risultato il comitato esecutivo del Consiglio, di cui fa parte anche la pastora Mirella Manocchio, ha ritenuto fosse necessario partire da un approfondimento sul consiglio stesso con la domanda: bisogna cambiare qualcosa nella costituzione o nel nostro modo di rapportarci? 

In tutte le discussioni è emerso che il Consiglio è una comunità di chiese che vivono di un insieme di relazioni. Si è insieme per ascoltare, condividere in un ambiente sicuro. E le relazioni vanno vissute appieno. Si è, quindi, riflettuto su come sia possibile implementarle e su quali temi focalizzare l’azione del Consiglio. Immigrazione, giustizia climatica, il ruolo dei giovani e delle donne sono sembrati essere quelli che maggiormente attraversano il nostro vissuto di chiese europee e su questi si è deciso di investire tempo e risorse creando occasioni di scambio tra le chiese nazionali, dando vita a progetti ad hoc o approfondendo la collaborazione con organismi settoriali già esistenti.   

Altra opportunità di condivisione e scambio, aggiuntasi durante il periodo di maggior impatto della pandemia e non era possibile incontrarsi se non da remoto, è l’online cafè: una volta al mese ci si trova per un incontro molto informale di un’oretta, per dirsi con cosa si è impegnati. Non solo una maggiore condivisione è stato il risultato, ma anche qualche azione concreta di collaborazione tra le chiese, in particolare per sostenere quelle che hanno affrontato l’arrivo di tanti profughi dall’Ucraina.

Oltre le chiese metodiste britannica e irlandese, a quella portoghese che, come la nostra, sono chiese ‘indipendenti’, sono chiese membro di questo organismo la Chiesa metodista unita (United Methodist Church), presente in molti paesi europei, ma anche altre chiese della tradizione metodista, come la Chiesa del Nazareno, la Chiesa wesleyana o chiese ecumeniche come, per esempio, la Uniting Church of Sweden che ha unito le chiese battiste, metodiste e riformate di Svezia.  Nel 2016 alla costituzione del Consiglio è stato aggiunto un accordo che entra maggiormente nel dettaglio di cosa implichi essere una ‘comunità’ aperta ed inclusiva di chiese che si rifanno alla tradizione metodista, un patto in pieno stile metodista di accetarsi l’una con l’altra con le proprie differenze. Una dimensione che sta diventando più attuale con le probabili uscite di alcune chiese membro dalla UMC, causa le differenti posizioni sulla questione sessuale, ma non solo. Nel prossimo futuro sarà importante capire come relazionarsi con queste chiese, ma si è ribadita la volontà di mantenere il Consiglio quale organismo aperto ed inclusivo, pronto a recepire le differenti istanze delle chiese membro come pure ad accogliere nuove realtà ecclesiastiche che vogliano, con lo stesso rispetto ed apertura, divenire parte di questa ampia comunità. 

Naturalmente anche altre tematiche hanno chiesto l’attenzione. Come il cambiamento climatico. Da un paio di anni il consiglio si confronta in modo particolare con questa problematica che influisce già sulle nostre vite. Era presente Irene Abra, l’ambasciatrice per il cambiamento climatico del Consiglio, che ha avuto l’opportunità di intervenire e di relazionarsi con le varie realtà metodiste in Europa. 

Vi è poi una sorta di braccio operativo nel sociale e nella missione dell’EMC che è il Fondo per le Missioni in Europa (FMiE): non solo un modo di raccogliere e distrubuire denaro dove serve, ma che vuole vivere la solidarietà e portare le persone insieme, un modello di interazione fruttuosa per tutte le due parti. 

È stato trasmesso un forte incentivo a fare il prossimo passo anche in tempi difficili, anche quando ci si sente bloccati in una rete che è appesa fra due realtà. I tanti momenti spirituali dell’incontro hanno incoraggiato a muoversi un passo dopo l’altro con fiducia nel Signore. Partendo da un ambiente sicuro si ha la possibilità di fare un passo dopo l’altro, non da soli o sole, ma insieme, guardando avanti. 

Articolo di: Greetje Van der Veer e Mirella Manocchio 

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