Di fronte al recente pronunciamento della Chiesa metodista del Messico contro ogni forma di interruzione di gravidanza, si levano le voci che chiedono di non decidere in nome di altri e altre
Martedì 24 maggio 2022, durante la Conferenza generale della Chiesa Metodista del Messico, è stata messa ai voti la proposta di legge “Consacrazione della vita, fin dal concepimento”, con l’obiettivo di determinare ufficialmente e pubblicamente la posizione della Chiesa contro l’aborto; e con lo scopo di inaugurare una sezione della Disciplina Metodista per affrontare questioni contemporanee e controverse e stabilire la risposta della Chiesa ad esse. “Mujeres Ruaj”, un gruppo di studio teologico ha rilasciato una dichiarazione, sostenuta da diverse organizzazioni femminili, contro gli accordi votati durante l’attuale Conferenza generale sull’aborto.
Con 33 voti a favore e 27 contrari, viene approvato dalla Conferenza metodista il seguente paragrafo: «La Chiesa Metodista del Messico crede nella consacrazione della vita dal momento del concepimento; ci opponiamo a tutti i tipi di pratiche abortive che attentano alla vita dei nascituri; dichiariamo che essi hanno una dignità e un diritto inalienabile, superiore a tutti i diritti: il diritto di nascere e il diritto alla vita. Siamo per la salvezza integrale di entrambe le vite: della madre e del bambino. Ci costituiamo come voce di coloro che non hanno voce».
Il pronunciamento di chi si oppone a questa visione tanto restrittiva afferma che: «La dichiarazione adottata è riduttiva e denota una scarsa conoscenza scientifica, etica e giuridica della questione, ed è molto lontana dal contemplare le diverse situazioni di violenza che noi donne viviamo in questo Paese. Come faremo ad alzare la voce per coloro che non hanno voce? Creeremo rifugi per ragazze e ragazzi come nei primi tempi del metodismo, o per le donne sopravvissute alla violenza, forniremo un’educazione sessuale chiara e non stigmatizzata per prevenire la violenza, renderemo pubblico il registro degli aggressori all’interno della chiesa, accompagneremo le donne che hanno dovuto affrontare questa situazione complicata?
È triste che la chiesa metodita messicana si stia allontanando così tanto dai principi enunciati dal fondatore del movimento, John Wesley. Abbiamo già dimenticato che il nostro compito è quello di “pensare e lasciar pensare” senza obbligare nessuno a fare nulla?
L’ossessione per il controllo di ciò che viene pensato e creduto sta distruggendo i diritti fondamentali delle donne, e dalla legittimazione del sacro viene criminalizzato un diritto che è nostro, e che è stato accettato a livello federale nel 2021 (depenalizzazione dell’aborto giunta solo nell’autunno dello scorso anno).
Siamo donne, siamo cristiane, siamo metodiste, laiche, pastore e teologhe, e non siamo d’accordo che l’istituzione presuma di avere il potere di condannare e limitare i diritti delle donne. Dio ci ha dato la libertà di scelta, è arrogante per noi credere di avere il diritto di controllare e proibire decisioni che riguardano solo le donne e i loro corpi.
Per tutti questi motivi, esprimiamo il nostro disaccordo e ci appelliamo alle autorità della Chiesa Metodista del Messico affinché rivedano il progetto di legge. È necessaria una stesura più completa ed esaustiva, con argomenti più solidi delle opinioni. Invitiamo le nostre autorità a osservare e prendere come esempio la formulazione della questione nelle Discipline delle Chiese metodiste sorelle in Argentina e Cile».