Il Consiglio direttivo della Conferenza di Chiese europee (Kek) ribadisce la sua posizione sull’Ucraina, condannando l’aggressione russa
Il Consiglio direttivo della Conferenza di Chiese europee (Kek) ribadisce la sua posizione sull’Ucraina, condannando l’aggressione russa e chiedendo una pace con giustizia.
Nella sua prima riunione fisica dopo la pandemia COVID-19, tenutasi dal 19 al 21 maggio a Bruxelles, i membri del consiglio, provenienti da tutta Europa, hanno discusso la risposta delle Chiese alla guerra in Ucraina.
Insieme hanno affermato la necessità di un cessate il fuoco immediato, di una soluzione diplomatica attraverso il diritto internazionale, del rispetto dei confini, dell’autodeterminazione dei popoli, del rispetto della verità e del primato del dialogo sulla violenza.
I membri del Consiglio hanno sottolineato la necessità di accogliere tutti i rifugiati.
Hanno discusso dell’importanza della guarigione e della riconciliazione, considerando gli effetti a lungo termine della guerra, tra cui l’inflazione e la crisi energetica.
Hanno inoltre espresso preoccupazione per la dimensione religiosa della guerra. La dichiarazione della Kek e del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) sottolinea che «la religione non può essere usata come mezzo per giustificare questa guerra. Tutte le religioni, e noi come cristiani, siamo uniti nel condannare l’aggressione russa, i crimini che vengono commessi contro il popolo ucraino e la blasfemia che è l’uso improprio della religione».
La solidarietà cristiana globale è stata sottolineata dalla Kek. «Questo è un momento in cui le Chiese in Europa e nel mondo devono formare una forte alleanza di solidarietà. È il momento di riunirsi in preghiera per le persone che hanno il potere di prendere decisioni che renderanno possibile la pace», ha dichiarato il Segretario generale della Conferenza, Jørgen Skov Sørensen.
Il presidente della Kek invece, il pastore Christian Krieger, ha precedentemente esortato il Patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie a parlare chiaramente contro l’aggressione russa in Ucraina. «Sono scoraggiato dal suo silenzio sulla guerra che il suo Paese ha dichiarato contro un altro Paese, dove vivono milioni di cristiani, compresi i cristiani ortodossi che appartengono al suo gregge», ha scritto nella sua lettera a Kirill.
Nell’ambito dell’incontro si è tenuto un seminario sull’Ucraina. L’evento è stato caratterizzato da riflessioni delle Chiese ucraine, che hanno descritto le loro speranze e le loro lotte per il futuro.
Tra i relatori l’arcivescovo Yevstratiy di Chernihiv e Nizhyn, vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, padreVasyl Prits del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Mosca) e la Sig.ra Khrystyna Ukrainets, responsabile dei partenariati nazionali presso la Piattaforma educativa ucraina della Chiesa greco-cattolica.
Articolo da Riforma.it