La libertà di vivere nello Spirito di Dio

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Un nuovo comitato nazionale, presieduto dalla pastora metodista Mirella Manocchio, esce dall’ultimo congresso della Federazione delle donne evangeliche in Italia, in cui si è parlato anche di mediazione dei conflitti e cultura della parità

 

Mirella Manocchio è la nuova presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei). La pastora metodista, già presidente del Comitato permanente Opcemi (metodista), è stata eletta domenica 26 marzo al termine del XIII congresso nazionale all’Istituto Gould di Firenze.

Oltre a lei, il nuovo comitato nazionale comprende Gabriella Ciampi e Rosalba Forte (battiste), Maria Paola Gonano e Marina Bertin (valdesi), Cristina Trapani (metodista), Lidia La Montanara (avventista), Wally Mabwidi Nlemvo (Esercito della Salvezza), Renate Zwick (luterana), Daniela Lucci (Chiesa riformata del Ticino). Revisore dei conti sono Laura Nitti (metodista) ed Erica Sfredda (valdese), presente all’evento anche come presidente del Segretariato attività ecumeniche (Sae). Un ricordo commosso è stato rivolto alla memoria della consigliera Franca Collavo, scomparsa nel 2022, e a Dora Bognandi, assente per malattia.

Il congresso ha ringraziato il direttivo presieduto dalla pastora battista Gabriela Lio per il prezioso lavoro svolto durante e dopo l’oscuro tempo della pandemia attraverso eventi, campagne, azioni quotidiane svolte nell’ambito delle chiese e nella società per realizzare le linee guida emerse dal XII congresso. Costante è stato il lavoro in rete, sia con i movimenti denominazionali protestanti, sia con altre associazioni. Fiore all’occhiello nella formazione è stato il progetto «Ricominciamo da te», in collaborazione anche con gli Ospedali evangelici di Napoli e Genova, per contrastare la diseguaglianza di genere e, nella comunicazione, il Notiziario Fdei e il dossier dei 16 giorni per l’eliminazione della violenza, per i quali sono state ringraziate Claudia Angeletti e Gianna Urizio.

Il dossier 2021, focalizzato sulla prostituzione e tradotto in tre lingue, ha ottenuto un invito a intervenire durante l’XI Assemblea del Cec (Consiglio ecumenico delle chiese) a un workshop sul contrasto alla tratta e alla prostituzione. Sul tema la Fdei ha promosso con l’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne il ciclo online sullo “stupro a pagamento”. All’impegno del Cec per l’eliminazione della violenza contro le donne la Fdei ha aderito adottando i “Giovedì in nero” e sottoscrivendo la «Dichiarazione sulla violenza sessuale e di genere».

Il congresso, avviato dal testo biblico – «Dov’è lo Spirito di Dio lì c’è libertà» (II Cor 3,17) –. è stato un luogo-tempo dove la Ruach ha soffiato favorendo empatia, ascolto, confronto e piacere di stare insieme. «La libertà non è conquistata una volta per sempre – ha detto Lio – ma è sempre da riconquistare ed è lì dove il nostro vivere nello Spirito/Ruach può fare la differenza, pregando per la libertà e agendo nella speranza per una libertà più grande».

Per la pace e la libertà dall’oppressione ha lottato la teologa e pacifista tedesca Dorothee Sölle (1929-2003), al centro dell’incontro pubblico con Alice Bianchi, Fabrizio Bosin e Letizia Tomassone. La mistica di Sölle «invita a una relazione con il mondo che adotti lo sguardo di Dio. Un Dio dell’al di qua che si trasforma e vive attraverso le nostre lotte e il nostro lavoro» ha detto Tomassone. «È una mistica alla portata di tutti, che non si accomoda al presente e dice no alle ingiustizie e alla guerra». In questo spirito il XIII congresso ha votato un appello che chiede con urgenza il perseguimento di una diversa logica di relazione tra i popoli attraverso la mediazione dei conflitti e il rispetto di tutti gli esseri umani.

La tavola rotonda «Io vittima di femminicidio», alla chiesa valdese, con Paola Alberti – madre di Michela Noli, uccisa nel 2016 dall’ex marito –, referenti delle istituzioni e attiviste, ha ribadito la necessità di prevenire la violenza a partire dall’infanzia, decostruire la cultura patriarcale, riconoscere e denunciare i primi segnali di violenza, perché avvertire chi è in pericolo può salvare vite. In tale direzione va la proposta di legge presentata dai genitori di Michela Noli, che la Fdei sosterrà.

Le prospettive per il quadriennio espresse da Mirella Manocchio, che nel culto conclusivo ha richiamato le istanze della Convenzione di Istanbul, sono di «continuare a lavorare sulle discriminazioni e sulla violenza maschile contro le donne in ogni sfumatura; contribuire alla formazione per abbattere stereotipi e coltivare una cultura della parità mettendo in luce le nostre splendide diversità; lavorare sulla multiculturalità, presente anche nelle nostre chiese; impegnarci nella cura del creato, connessa alla giustizia sociale e di genere». Il delegato della Fcei, Luca Longo, ha ribadito l’interesse e il sostegno all’opera e alla promozione della Fdei. Ha assistito ai lavori anche la moderatora Alessandra Trotta, che ha espresso la stima e i ringraziamenti della Tavola valdese.

Nella foto: da sinistra, Wally Mabwidi Nlemvo, Maria Paola Gonano, Mirella Manocchio, Lidia La Montanara, Renate Zwick, Gabriella Ciampi, Rosalba Forte, Marina Bertin, Daniela Lucci. Manca, perché assente, Cristina Trapani

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