IL CENACOLO
Invito ad agire
Benedetto sia il Dio Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
1Pietro 1:3
Mentre in questa stagione celebriamo la risurrezione di Gesù Cristo, penso al Suo amore per l’umanità, nonostante i nostri fallimenti. Risuscitando Gesù, Dio ha dimostrato che la morte non può sconfiggere l’amore fondato sull’immutabile natura di Dio. Quest’amore non è volubile e capriccioso, è una forza stabile e consistente per una positiva trasformazione del mondo intero. Per mezzo della Risurrezione Dio ci offre la speranza di una nuova vita, anche dinanzi alla guerra, allo spettro della malattia e alle divisioni che paura e odio causano fra i popoli. La vittoria di Gesù sulla morte indica un nuovo cielo e una nuova terra come scritto in 2 Pietro 3:13 e in Apocalisse 21:1. L’amore di Dio rivelato dalla Risurrezione è anche un invito all’azione. Ci ricorda che siamo chiamati a mettere da parte diritti e paure per amare gli altri come Dio ha amato noi e a lavorare per la riconciliazione. La Risurrezione è una chiamata a vivere secondo il potere dello Spirito Santo e a essere agenti dell’amore e della grazia di Dio nel mondo. L’amore di Dio è fedele, consistente e tanto potente da superare anche il più grande ostacolo. Nel celebrare la vittoria di Gesù sulla morte, che possiamo essere ispirati a vivere quest’amore dentro di noi e a condividerlo con coloro che ci sono vicini!
Rev. Kimberly Orr
World Editor and Publisher,
The Upper Room
Dio cammina con te
Leggiamo: Deuteronomio 31:1-8
Siate forti e coraggiosi, non temete e non vi spaventate di loro, perché il SIGNORE, il tuo Dio, è colui che cammina con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà.
Deuteronomio 31:6
«Dove sono finiti tutti i giorni che avevo?», mi sono chiesta ad alta voce fissando la mia agenda. Mancava un solo mese al parto e stavo diventando sempre più ansiosa. Le nostre possibilità finanziarie erano limitate, ma soprattutto, non mi ero mai occupata di un bambino prima di allora. Mi sentivo inadeguata e un incredibile senso di insicurezza e sconforto si stava facendo strada nel mio cuore. Mio marito ha sentito la mia domanda e si è avvicinato. Mi ha abbracciato, dandomi un colpetto sulla spalla per confortarmi. Ha poi letto una frase che avevo scritto in agenda alcune settimane prima: «Siate forti e coraggiosi, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, il tuo Dio, è colui che cammina con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà». Conosco questo versetto da così tanto tempo da non farci quasi nemmeno più caso. Tuttavia, in quel momento di grande paura, mi ha consolato. È stato come se in quel preciso istante, il Padre Celeste fosse venuto a tenermi stretta e a ricordarmi, «Io cammino con te».
PREGHIERA
Padre amorevole, grazie perché non ci lasci mai. Aiutaci a vivere ogni giorno alla luce di questa verità. Nel Nome di Gesù. Amen.
Pensiero del Giorno
Non devo temere il futuro perché Dio è con me.
Quennie Joyce Ibarra (Cagayan, Filippine)
Costruttore di ponti
Uno soltanto è legislatore e giudice, colui che può salvare e perdere; ma tu chi sei, che giudichi il tuo prossimo?
Giacomo 4:12
Gli studiosi ebrei e cristiani asseriscono che Giacomo fu maestro virtuoso e costruttore di ponti fra i seguaci ebrei di suo fratello Gesù e chi aderiva alla dottrina dell’emergente giudaismo rabbinico. Andando al cuore della Scrittura Giacomo disse: «Se adempite la legge regale, come dice la Scrittura – ama il tuo prossimo come te stesso – fate bene». (Giacomo 2:8). Le sue parole sono ancora oggi una guida per coloro che costruiscono ponti.
Nei suoi scritti, Giacomo insegnò che i seguaci di Gesù si distinguono per la loro tendenza a non giudicare gli altri: «[…] ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira; perché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio» (Giacomo 1: 19-20). Giacomo inoltre insegnò che quando ci avviciniamo a Dio, Dio si avvicina a noi (Giacomo 4:8), ci consente di avere pietà invece di giudicare e di ascoltare con comprensione prima di offrire suggerimenti.
In un mondo che induce di continuo a divisioni, collera e paura cosa sarebbe il nuovo anno se scegliessimo di vivere secondo l’umile insegnamento di Giacomo, nostro antico fratello in Cristo? Quali verità potremmo trovare? Quali aspetti della nostra autentica personalità potrebbero emergere gioiosamente?
Rev. Kimberly Orr
World Editor and Publisher,
The Upper Room
Mercoledì delle ceneri
Leggiamo: Matteo 6:9-15
Se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi.
Matteo 6:14
Durante il periodo della Quaresima di solito non avevo mai pensato di fare qualche particolare rinuncia. Poi un anno, il Mercoledì delle Ceneri, il mio pastore ci chiese di guardare alla rinuncia in un modo diverso. Ci chiese di pensare a una persona verso la quale nutrivamo rancore, rabbia o risentimento e ci invitò a perdonarla. Anni prima, avevo affrontato un divorzio. Mio marito mi aveva ripetutamente tradito e non so se sarei mai stata pronta a perdonare. Il pastore ci chiese di scrivere su un foglio di carta a cosa avremmo rinunciato e la comunità fu poi invitata a bruciare i nostri foglietti in una ciotola. Fu una delle funzioni del Mercoledì delle Ceneri più significative a cui abbia mai partecipato. Non fu facile perdonare, ma decidere di rinunciare ai miei sentimenti di odio e risentimento fu un’esperienza liberatoria, e lo è ancora. Così, sono andata avanti con la mia vita senza il peso della rabbia e del risentimento che mi portavo dietro da anni.
PREGHIERA
Grazie, Dio, per averci perdonati. Aiutaci a essere altrettanto indulgenti con gli altri. Amen.
Pensiero del Giorno
Il perdono mi ha liberato dai fardelli emotivi.
Cindy Bear (Iowa, Stati Uniti)
Avvicinarsi al re
Il terzo giorno, Ester si mise la veste reale e si presentò nel cortile interno della casa del re, di fronte all’appartamento del re. Il re era seduto sul trono reale nella reggia, di fronte all’entrata. E quando il re vide la regina Ester in piedi nel cortile, lei si guadagnò la sua grazia; il re stese verso Ester lo scettro d’oro che teneva in mano; ed Ester si avvicinò e toccò la punta dello scettro. Allora il re le disse: «Che hai, regina Ester? Che cosa domandi? Se anche chiedessi la metà del regno, ti sarà data».
Ester 5:1-3
Questo testo non è classico dell’Avvento, periodo in cui non solo siamo chiamati ad attendere ardentemente la venuta del neonato Re, ma siamo anche sollecitati ad avvicinarci al Re Gesù in modo appropriato. Se guardiamo all’esempio della Regina Ester, vediamo come entra nella stanza del trono di Re Assuero per ottenerne il favore. Pur non dovendo conquistare il favore del Re del Cielo (siamo figli prediletti di Dio, dopo tutto!) è sempre una buona idea ricordare che Dio è sovrano e che dovremmo avvicinarci al Re della Creazione con intenzione, umiltà, pentimento e fiducia. Ricordiamoci inoltre che grazie a Cristo abbiamo un posto di favore davanti al trono di Dio. L’autore della lettera agli Ebrei dice così: «Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno» (Ebrei 4:15-16). Pertanto, mentre ci prepariamo all’arrivo di Cristo, avviciniamoci a lui con la postura, la riverenza e la fiducia piena di grazia dovute al Re dei Re!
Rev. Kimberly Orr
World Editor and Publisher,
The Upper Room
Questo vi servirà di segno
Leggiamo: Matteo 1:18-25
E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia.
Luca 2:12
Una rara malattia genetica, diagnosticata di recente, ha gravemente compromesso il mio cuore, e ora soffro di insufficienza cardiaca. Mi sottopongo ogni mese a una terapia per infusione in ospedale, che spesso mi lascia spossata. Il mio stile di vita estremamente attivo è stato capovolto. Il futuro è incerto, ma è nelle mani di Dio.
A volte ci sentiamo soli e vulnerabili, e abbiamo bisogno di un segno straordinario della presenza di Dio. Una sera, dopo la mia infusione mensile, stavo leggendo la meditazione quotidiana e ho incontrato queste parole: «Prego che oggi tu sia infuso con l’amore e la consolazione di Dio». Il giorno seguente, un arcobaleno stupendo ha riempito il cielo intorno a me.
Sono certa che fossero entrambi segni della cura, della pace e della consolazione di Dio, che non hanno limite e sono disponibili per noi. Ogni giorno dobbiamo aprire gli occhi e vedere i segni di «Dio con noi».
PREGHIERA
Signore, grazie per la promessa di camminare con noi ogni giorno. Aiutaci a fare affidamento su di te, di fronte a qualsiasi sfida. Amen.
Pensiero del Giorno
Oggi aprirò gli occhi per vedere i segni della presenza di Dio.
Barb Sanders (Australia Meridionale, Australia)
Desiderare la presenza di Dio
Come la cerva desidera i corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, Dio. L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente; quando verrò e comparirò in presenza di Dio?
Salmo 42:1-2
L’inizio ben noto del Salmo 42 ci ricorda che gli esseri umani sono stati creati per invocare la presenza di Dio. L’immagine della cerva indifesa aiuta a rendere la scena più commovente e poetica. La cerva, sola al ruscello, è nervosa e si sente in pericolo. L’urgenza della sete la porta verso l’acqua, ma è proprio l’atto di bere a metterla in una posizione fisicamente vulnerabile. Prima di un sorso, quindi, la cerva grida e latra per spaventare qualsiasi malintenzionato predatore e per cercare l’aiuto di amici che si trovano nei dintorni. Il salmo ci esorta a invocare il Creatore dal profondo del nostro essere e a riconoscere la necessità che il Dio vivente agisca per noi. La nostra esistenza è legata alla volontà creativa di Dio ma, naturalmente, desiderare di vedere letteralmente la faccia di questo immenso e straordinario Essere potrebbe avere pericolose e involontarie conseguenze. Come avverte Esodo 19, una completa esperienza della diretta presenza di Dio è al di là della capacità umana. La preghiera, come rilevato nel Salmo 42, media opportunamente il nostro impegno con Lui. Certo, esistono confini fra gli esseri umani e Dio, ma se lo invochiamo, possiamo essere sicuri che Lui ci ama e vuole essere in relazione con noi.
Kimberly Orr
World Editor and Publisher, The Upper Room
La pace sia con te
Leggiamo: Giovanni 20:19-23
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Matteo 5:9
Fin da piccolo mia madre mi ha parlato di un Gesù che osava prendersi cura degli altri e pronunciarsi contro il male, la violenza e l’ingiustizia. Nella lettura odierna dal Vangelo secondo Giovanni, il Cristo risorto saluta i suoi discepoli e li rafforza con la sua presenza. Disse loro: «La pace sia con voi!».
Quando Gesù è venuto come Principe di Pace, ci ha insegnato che solo lavorando per la giustizia nelle nostre comunità e nel mondo, si possono trasformare i conflitti e le discordie in armonia. Gesù ha costruito dei ponti tra le divisioni razziali, e ha cercato di mettere in relazione tutte le persone. Sognava di formare una famiglia globale, il Regno di Dio.
Serve uno spirito di comprensione più profondo tra le persone, se vogliamo una pace reale e duratura. Instauriamo la pace sulla terra e la benevolenza tra gli esseri umani grazie ai nostri atti di amore. Quando doniamo ciò che possiamo a chi è nel bisogno, testimoniamo al mondo la buona notizia del Principe di Pace.
PREGHIERA
Dio d’amore, riempi i nostri cuori di pace, contentezza e coraggio, mentre lavoriamo per costruire il tuo Regno. Ti preghiamo come Gesù ci ha insegnato: «Padre nostro… » Amen.
Pensiero del Giorno
Ogni atto d’amore è un mattone per il Regno di Dio.
S. Thevanesan (New York, Stati Uniti)
Bene intenzionato
Giunse dunque a una città della Samaria, chiamata Sicar, vicina al podere che Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe; e là c’era la fonte di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso la fonte. Era circa l’ora sesta.
Giovanni 4:5-6
In Giovanni 4 Gesù fa incontrare le vite di due donne, Rachele e la Samaritana, separate da più di 1500 anni, intorno al pozzo di Giacobbe, nel mezzo di un caldo giorno in Samaria, per rivelare qualcosa di cruciale sul suo ministero e la sua missione (Genesi 29 e Giovanni 4:1-26). Come nuovo Giacobbe e vero sposo di Israele (Giovanni 3:29), Gesù si mostra al di sopra dei piccoli litigi familiari. Rileva invece la fondamentale umanità della donna che aveva di fronte. Era una persona che, come Rachele, aveva atteso per troppo tempo che un vero amore la trovasse. Gesù la vede come una persona capace di una profonda conversazione, e di dignità e amore: questa è una “buona novella” e l’“acqua viva” di Gesù (Giovanni 4:10-11). Nel cammino della nostra vita, per la grazia che Gesù ci offre attraverso lo Spirito Santo, possiamo tentare di mantenere le nostre vite dedicate a portare l’acqua della dignità e dell’amore disinteressato a quelli intorno a noi. L’esempio di Gesù che si eleva al di sopra delle discussioni senza fine per vedere veramente e ascoltare con attenzione divina le persone che incontriamo è cruciale per “un tempo come questo” (Ester 4:14).
Kimberly Orr
World Editor and Publisher
The Upper Room
Piccole cose
Leggiamo: Luca 21:1-4
Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio.
1 Corinzi 10:31
Sol è l’autista dell’autobus di un’associazione giovanile di Chicago. Ogni mattina, nei giorni feriali, va a prendere i bambini e li accompagna in chiesa e nel pomeriggio li riaccompagna a casa. Il lavoro di Sol passa spesso inosservato, ma è assolutamente necessario per il successo dell’associazione.
Nel regno di Dio, i piccoli atti d’amore diventano potenti. Pensiamo alla vedova che diede le sue due sole monete al tempio. Gesù la loda perché, sebbene la sua offerta fosse piccola, l’atto d’amore fu grande. Per la vedova, quelle monete erano le sue uniche risorse, ma per amore e fede, le diede liberamente. Nella prima epistola ai Corinzi, l’apostolo Paolo incoraggia la comunità cristiana ad agire per la gloria di Dio. In altre parole, anche i compiti o gli atti di servizio più ordinari possono portare gloria a Dio. Dio ci chiama a cercare modi per servire e amare, per questo nessun atto d’amore è insignificante.
PREGHIERA
O Dio, ispiraci verso atti di misericordia e generosità, affinché possiamo servire gli altri e glorificarti. Amen.
Pensiero del Giorno
Nessun atto d’amore, grande o piccolo, è mai insignificante.
Brian Kosinski (Illinois, Stati Uniti)
Attraversando il Giordano
Gesù se ne andò di nuovo oltre il Giordano, dove Giovanni da principio battezzava, e là si trattenne. Molti vennero a lui e dicevano: «Giovanni, è vero, non fece nessun segno miracoloso; ma tutto quello che Giovanni disse di quest’uomo, era vero». E là molti credettero in lui.
Giovanni 10: 40-42
In questo passaggio della Scrittura l’apostolo Giovanni registra un dettaglio spesso trascurato. Nel viaggio finale di Gesù verso Gerusalemme, Giovanni dice che Gesù attraversa il fiume Giordano nel luogo dove Giovanni il Battista lo aveva incontrato qualche anno prima. Con Gesù che passa il Giordano e s’inoltra in territori maggiormente soggetti ai romani, invece di restare al sicuro e soggiornare fra i suoi compatrioti giudei, si cristallizza la missione globale e d’intercessione fra il popolo di Israele, Gesù e la chiesa.
Nella Bibbia attraversare le acque simbolizza la nascita di qualcosa di nuovo: un nuovo popolo del patto (Esodo 14:21-25, Giosuè 3), un nuovo avvento di Dio (Marco 1:9-19) e ora una missione rinnovata “andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura” non solo a coloro che vedono, credono, e fanno come noi. John Wesley, uno dei fondatori del movimento Metodista, parafrasò questa chiamata con le parole “il mondo è la mia parrocchia”. Mentre andiamo verso i mesi centrali del 2023, avremo il coraggio di guadare nelle profondità dell’amore e della grazia di Dio, di seguire Gesù “attraverso il Giordano”? Ricordiamoci del nostro battesimo e rinnoviamo l’impegno per la nostra missione evangelica nel mondo.
Kimberly Orr,
World Editor and Publisher
The Upper Room
Reggilibri
Leggiamo: Ecclesiaste 4:9-12
Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo.
Galati 6:2
Mi piace ascoltare il coro della nostra chiesa quando ci guida durante i canti del culto. Per me sono anche un segno visibile di ciò che la preghiera può fare. Anni fa, mio marito cantava nel coro. Si trovava accanto a un signore anziano che aveva problemi a camminare e che alcune volte non riusciva a stare in piedi. Accanto a quest’uomo c’era un giovane, nostro buon amico. Quando il coro era in piedi per cantare, mio marito e questo ragazzo lo reggevano, pronti a prenderlo in caso le sue gambe avessero ceduto. Ogni volta che cantavamo durante il culto, guardavo i tre uomini alzarsi e sedersi tutti assieme. Ancora oggi li immagino quando prego per la mia famiglia, i miei amici, i miei vicini e il mio paese. Ringrazio Dio per le persone che mi sostengono con le loro preghiere, aiutandomi quando vacillo. Questo mi è di grande conforto.
PREGHIERA
Dio amorevole, ti ringraziamo per tutti coloro che ci accompagnano nel viaggio della vita. Rendici consapevoli di tutti quelli che ci circondano e che hanno bisogno di essere sostenuti sia con la preghiera che con atti di compassione. Amen.
Pensiero del Giorno
Le mie preghiere possono aiutare a rafforzare la fede degli altri.
Andrea Doering (New York, Stati Uniti)
Aver cura dei nostri doni
Quando [i magi] videro la stella si rallegrarono di grandissima gioia. Entrati nella casa videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi lo adorarono e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.
Matteo 2:10-11
Il punto culminante della storia dei magi è quando i viandanti si inginocchiano davanti a Gesù in preghiera e presentano i loro doni. Molti sermoni sono stati pronunciati e molti testi sono stati scritti sull’identità dei magi e sul possibile significato dei doni. Voglio invitarvi a concentrarvi sul semplice fatto che i doni sono arrivati nella piccola casa di Betlemme sani e intatti. Di sicuro occorse molta cura e attenzione per proteggere quei doni preziosi durante il lungo viaggio. Nel periodo dell’Epifania celebriamo non solo i doni dei magi ma anche i doni dello Spirito Santo al popolo di Dio. Sono doni per costruire il corpo di Cristo e per l’opera dell’evangelo di ristabilimento e di riconciliazione nel mondo. A ogni discepolo di Cristo sono stati dati doni e capacità che siamo chiamati a nutrire, proteggere ed usare mentre presentiamo noi stessi come sacrificio vivente a Dio (Romani 12:1). In questo periodo possa Dio «provvedere abbondantemente a ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza, in Cristo Gesù» (Filippesi 4:19).
Kimberly Orr
World Editor and Publisher,
The Upper Room
Avvicinatevi
Leggiamo: Giacomo 4:1-10
Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi.
Giacomo 4:8
Quando ero bambino, notavo che i miei genitori e i membri della mia famiglia pregavano e lodavano Dio solo durante le feste religiose o nei momenti difficili. Andavamo in chiesa un paio di volte al mese, e c’era molta distanza tra la vita della chiesa e la vita domestica: raramente l’una era coerente con l’altra.
Una volta cresciuto, ho capito che questo modo di fare non aveva senso. Come possiamo trattare Dio che ci offre la vita con questa indifferenza, e rivolgerci a lui solo nei momenti di bisogno o durante le festività? Maturando nella fede, ho imparato che più dedichiamo tempo a Dio, più ci avviciniamo a lui. Dio merita tutta la nostra attenzione, non solo in certe occasioni. La lettera di Giacomo dice: «Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi». Non è necessario aspettare che qualcosa vada male per cercare Dio. Possiamo impegnarci a stare vicino a lui in ogni momento, e avremo la pace.
PREGHIERA
O Signore, in un mondo pieno di distrazioni, tieni aperti i nostri occhi, affinché troviamo la pace e la salvezza che vengono da te. Amen.
Pensiero del Giorno
Starò vicino a Dio nei momenti positivi e nei momenti di difficoltà.
Zach Schaar (Ohio, Stati Uniti)
Aver cura dei nostri doni
Quando[i magi] videro la stella si rallegrarono di grandissima gioia. Entrati nella casa videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi lo adorarono e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.
Matteo 2:10-11
Il punto culminante della storia dei magi è quando i viandanti si inginocchiano davanti a Gesù in preghiera e presentano i loro doni. Molti sermoni sono stati pronunciati e molti testi sono stati scritti sull’identità dei magi e sul possibile significato dei doni. Voglio invitarvi a concentrarvi sul semplice fatto che i doni sono arrivati nella piccola casa di Betlemme sani e intatti. Di sicuro occorse molta cura e attenzione per proteggere quei doni preziosi durante il lungo viaggio. Nel periodo dell’Epifania celebriamo non solo i doni dei magi ma anche i doni dello Spirito Santo al popolo di Dio. Sono doni per costruire il corpo di Cristo e per l’opera dell’evangelo di ristabilimento e di riconciliazione nel mondo. A ogni discepolo di Cristo sono stati dati doni e capacità che siamo chiamati a nutrire, proteggere ed usare mentre presentiamo noi stessi come sacrificio vivente a Dio (Romani 12:1). In questo periodo possa Dio «provvedere abbondantemente a ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza, in Cristo Gesù» (Filippesi 4:19).
Kimberly Orr
World Editor and Publisher,
The Upper Room
Modi inattesi
Leggiamo: 1 Corinti 10:31–33
Paolo scrisse: “così come anch’io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non l’utile mio ma quello dei molti, perché siano salvati.”
1 Corinti 10:33
Mi sentivo smarrita. Ero certa di aver scelto la scuola sbagliata e passavo ore a cercare di convincere mia madre che dovevo trasferirmi o tornare a casa. Pregavo ogni giorno per ricevere un segno che mi dicesse di andarmene. Decisi comunque di restare un altro semestre, con una nuova compagna di stanza. Durante la prima settimana dei corsi, la mia compagna iniziò ad aprirsi con me. Mi disse di avere difficoltà a credere, e di aver notato la mia forte fede in Cristo. Era convinta che Dio mi avesse messa nella sua vita per aiutarla a cercare una relazione personale con Cristo.
Spesso ci aspettiamo che Dio risponda alle nostre preghiere nel modo in cui vogliamo noi. In quel momento invece, mi sono resa conto che mentre pregavo e chiedevo a Dio di darmi un nuovo inizio, Dio lo stava già facendo, ma in modo diverso da come avevo immaginato. Ero talmente preoccupata di trovare appagamento in ciò che mi circondava da dimenticare che la gioia può essere trovata solo in Cristo. Il mio scopo di cristiana è condurre altri a Gesù, non importa dove mi trovi.
PREGHIERA
Oh Dio, fissa i nostri cuori in te, così che ogni nostro agire sia nel tuo nome e per la tua gloria. Amen.
PENSIERO DEL GIORNO
La risposta di Dio alle mie preghiere può essere diversa da ciò che mi aspettavo.
Savannah Ashley Smith (Carolina del Nord, Stati Uniti)