Ultima giornata di lavori, quella di oggi, per il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi riunito a Torre Pellice dal 26 agosto scorso.
Moltissimi i temi affrontati, fra cui accoglienza, dialogo ecumenico, fine-vita. Negli ultimi due giorni, il Sinodo ha dato indirizzo alle chiese e alle comunità su alcuni ulteriori argomenti, e in particolare sulla tutela dell’ambiente, sui diritti umani, la lotta alle mafie, il contrasto al femminicidio e l’impegno sul piano sociale e culturale.
“Nel cinquantesimo anniversario dell’assassinio del pastore battista Martin Luther King la Diaconia esprime sofferenza e preoccupazione per il crescente clima di chiusura, razzismo e discriminazione presente nel nostro Paese” esordisce la dichiarazione della Diaconia valdese dal titolo “Pari dignità, senza distinzioni” sull’attuale situazione sociale e politica. Il Sinodo si esprime con parole di inclusione e di accoglienza verso le persone “diverse” (migranti, stranieri, detenuti, Rom, Sinti e Camminanti, persone LGTB, e tutte e tutti coloro che sono stigmatizzati sulla base del ceto sociale e della salute psico-fisica) in un clima di crisi economica, finanziaria e culturale che è diventato, anziché terreno fertile di solidarietà, un terreno inquinato da intolleranza e discorsi d’odio. Inoltre, dichiarandosi contro il femminicidio, dramma sempre presente, invita le chiese locali a tenere alta l’attenzione sul fenomeno e a sensibilizzare i territori, le associazioni e le autorità.
Per quanto riguarda l’impegno in favore dell’ambiente, preso atto che gli innegabili cambiamenti climatici derivano da una irresponsabile gestione umana delle risorse naturali, in un’ottica di saccheggio e di consumo mirato all’oggi, il Sinodo chiede alle chiese, alle comunità e alle opere diaconali di ripensare spazi e attività, nell’ottica di una maggiore sostenibilità, anche con attività di sensibilizzazione e iniziative personali.
Fra gli atti, infine, il Sinodo dà mandato alla Tavola valdese e al Comitato permanente dell’Opera per chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) di prendere iniziative per la revoca del decreto legge 62/2017 che introduce l’insegnante IRC nelle commissioni d’esame delle scuole secondarie di I grado, “ennesimo vulnus inferto al carattere laico e plurale della scuola pubblica”.