Il Cec sostiene l’appello dei giovani per la giustizia climatica
da Riforma.it / 26 novembre 2020
Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) sostiene l’appello per l’azione sulla giustizia climatica lanciato dalle organizzazioni religiose giovanili globali.
Un appello – promosso dalla Federazione Cristiana Mondiale degli Studenti in Europa, dalla Rete del Consiglio Ecumenico della Gioventù in Europa, dalla Federazione Mondiale Luterana, dalla Rete Cristiana Ambientale Europea e dall’Unione Buddista giovanile – che sta raccogliendo molte altre adesioni di organizzazioni per chiedere la giustizia climatica. «La distruzione prolungata e incessante della Terra, la nostra casa comune, va contro i valori e gli insegnamenti che noi giovani di fede abbracciamo e sosteniamo», si legge nell’appello.
«Riconosciamo che alcuni di noi sono più fortunati e dunque meno colpiti dall’emergenza climatica ma ci impegniamo a lavorare per trovare soluzioni e strategie che riducano questa deriva ambientale. Lavoreremo per creare un mondo più verde e giusto; un mondo che possa garantire l’uguaglianza tra le persone, tra i paesi e i continenti diversi», si legge ancora.
«È fondamentale agire non solo come singoli individui ma come collettività, sollecitare chi detiene il potere ad assumersi le responsabilità per le scelte prese e quelle invece declinate, in tema ambientale».
L’appello dei giovani, dunque, intende gettare le basi affinché vi sia una equa rappresentanza delle minoranze, dei giovani e delle donne nei processi decisionali e nelle politiche di pace: «Esortiamo i nostri leader religiosi ad essere guide autorevoli e ad accompagnare le nostre comunità verso un mondo più prospero e più economicamente e ecologicamente giusto», ricorda ancora l’appello.
L’esortazione infine è quella di «seguire le Scritture, l’insegnamento religioso, il linguaggio religioso, per dare l’esempio alle comunità rappresentate e guidate in un ottica di cambiamento e di salvaguardia del Creato».
Il messaggio ricorda poi ai leader religiosi di «essere «esempi da seguire» (attori di questo cambiamento) sia per la società, sia per le comunità religiose: «ricordando che il nostro pianeta non appartiene solamente alla società oggi vivente, ma soprattutto appartiene a coloro che verranno dopo di noi», conclude il messaggio.