«L’iniziativa della preghiera per la pace e per la raccolta delle olive riafferma l’impegno del Consiglio ecumenico delle chiese per la giustizia in Terra Santa»
di Redazione| Rifoma.it |15 ottobre 2020
«Gli ulivi non conoscono confini religiosi né territoriali e danno frutti anche sotto occupazione». Con l’inizio della stagione annuale e la raccolta delle olive, il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) lancia l’iniziativa per la pace e per sostenere la «Palestina». Questa settimana dunque sarò dedicata all’importanza spirituale, economica e culturale della raccolta delle olive per i palestinesi.
Obiettivo dell’iniziativa è esprimere solidarietà e soprattutto sensibilizzare l’opinione pubblica in materia di vincoli e limitazioni imposti alle popolazioni palestinesi e per denunciare le ripetute molestie e gli atti vandalici perpetrati a molti terreni e proprietà.
«La raccolta delle olive è molto importante per le comunità palestinesi della Cisgiordania. Un atto che mette in connessione le persone con un’azione gioiosa e festosa attorno a una delle loro più importanti fonti di reddito tradizionali: la raccolta delle olive. È necessario dunque che ciò avvenga in condizioni sicure e pacifiche», ha affermato il segretario generale ad interim del Cec, Ioan Sauca.
Il Cec, dunque, invita le chiese membro e i propri partner, insomma tutte le persone di buona volontà, a unirsi all’iniziativa della preghiera per la pace e la giustizia per una ricca raccolta di olive.
«Quest’anno la pandemia ha reso ancor più vulnerabili le comunità palestinesi nei territori occupati», tuttavia, il Programma ecumenico di accompagnamento del Cec nei Territori palestinesi (Palestina) e in Israele (Cec-Eappi) «è impegnato a promuovere la pace e la giustizia. La situazione sul terreno continuerà a essere monitorata e comunicata, malgrado vi siano evidenti difficoltà imposte dalle restrizioni imposte dal Covid».
La stagione della raccolta delle olive «offre l’opportunità di ricordare ancora una volta al mondo le difficoltà e le ingiustizie che il popolo palestinese deve affrontare sotto l’occupazione. In un momento dominato dalle preoccupazioni intorno al Covid-19, quest’iniziativa intende affermare che il popolo palestinese non è stato dimenticato e che la comunità cristiana continuerà ad alzare la propria voce contro l’oppressione e le violazioni dei diritti umani», ha concluso Sauca. L’iniziativa è promossa in stretta collaborazione con i partner ecumenici di tutto il mondo ed è iniziata ieri (14 ottobre) e sarà promossa su tutti i canali digitali.