L’igiene delle mani è essenziale nella lotta contro il coronavirus e una miriade di altre malattie infettive. Eppure milioni di persone in tutto il mondo semplicemente non hanno accesso a acqua e sapone, ha affermato l’UNICEF in occasione della Giornata. Dal 2008 il 15 ottobre è dedicato a questo semplice gesto, non alla portata di tutti.
Secondo una dichiarazione dell’agenzia delle Nazioni Unite, appena tre persone su cinque nel mondo hanno strutture di base per lavarsi le mani. Circa il 40% della popolazione mondiale, ovvero tre miliardi di persone, non dispone di strutture per lavarsi con acqua e sapone a casa e il 43% delle scuole non dispone di strutture per lavarsi le mani con acqua e sapone. Pertanto, 818 milioni di bambini in età scolare sono colpiti da questa mancanza di igiene.
L’UNICEF sta lavorando in tutto il mondo per garantire che i bambini e le famiglie abbiano accesso a strutture adeguate per lavarsi le mani. Oltre a promuovere il loro lavaggio in più di 130 paesi, ha lanciato con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il progetto “l’igiene delle mani per tutti” . In questo modo, sperano di sostenere lo sviluppo di tabelle di marcia per accelerare e sostenere i progressi nel rendere l’igiene delle mani un pilastro degli interventi di salute pubblica.
Ciò significa migliorare rapidamente l’accesso ad acqua, sapone e disinfettante in tutti gli ambienti. Senza dimenticare la promozione di interventi volti a modificare i comportamenti reciproci, al fine di ottimizzare le pratiche di igiene delle mani. Riunendo partner internazionali, nazionali e locali, l’iniziativa mira a garantire che prodotti e servizi a prezzi accessibili siano disponibili e sostenibili, soprattutto nelle comunità vulnerabili e svantaggiate.
Va detto che, secondo l’UNICEF, nei 60 Paesi individuati come a maggior rischio di crisi sanitarie e umanitarie a causa del Covid-19, due persone su tre (ovvero 1 miliardo di persone, compreso il 50% dei bambini) non hanno un posto dove lavarsi le mani con acqua e sapone a casa. Infine, tre bambini su quattro non avevano un servizio di base per lavarsi le mani a scuola quando è scoppiata l’epidemia; la metà dei bambini non aveva un servizio idrico di base e più della metà non disponeva di un servizio igienico di base.