CAPODANNO 2018 al Centro Ecumene

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Che fai a Capodanno?

Non hai ancora deciso o sei indeciso? Se lo desideri potrai salutare l’arrivo del nuovo anno in buona compagnia ad Ecumene, condividendo il cibo che prepareremo insieme.
Rimborso cenone € 30,00.
Rimborso cenone e pernotto € 50,00
Per informazioni contattare la Direttrice Elvira Migliaccio al numero 333 4104171

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UNEDI. Un creato da custodire

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A Milano, dal 19 al 21 novembre, il convegno organizzato all’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

Da www.nev.it del 13 novembre 2018

Si svolgerà a Milano, dal 19 al 21 novembre 2018, il convegno nazionale sul tema del Creato dal titolo “Il tuo cuore custodisca i miei precetti (Proverbi 3,1). Un creato da custodire, da credenti responsabili, in risposta alla parola di Dio”.

Il programma è frutto di una collaborazione fra i rappresentanti di varie chiese; hanno infatti contribuito alla sua elaborazione, insieme all’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza episcopale italiana (CEI) che promuove l’iniziativa, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), l’Arcidiocesi ortodossa di Italia e Malta del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, la Chiesa apostolica armena, la Diocesi copto ortodossa di San Giorgio – Roma, la Chiesa d’Inghilterra e la Diocesi ortodossa romena d’Italia. L’incontro vuole proporre una riflessione comune su una possibile proposta pratica da realizzare insieme nelle comunità locali, come cristiani in Italia e l’elaborazione di un appello finale, nello stile di una lettera per la società civile e politica italiana.

Il programma prevede interventi di rappresentanti delle diverse chiese sui temi dell’ecumenismo e dell’ecologia. Il pastore Peter Pavlovič della Chiesa luterana slovacca rifletterà sul tema “Dalla solidarietà alla denuncia dei percorsi sbagliati. Gli errori dell’uomo ricadono sull’uomo stesso e ciò nonostante continua a sbagliare”. La pastora valdese Letizia Tomassone interverrà con una relazione dal titolo “Dalla denuncia alla proposta di un cammino nuovo. Sguardi di speranza in vista di una maggiore presa di coscienza”.

Il 20 novembre presso il Patriarcato ecumenico della chiesa di San Martino in Greco avrà luogo una serata pubblica, moderata da Mariachiara Biagioni, giornalista del SIR, alla quale parteciperanno Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, Emanuele De Gasperis, rappresentante della chiesa battista e veterinario, l’archimandrita Athenagoras Fasiolo del Patriarcato ecumenico. Nel corso della serata verranno presentate esperienze legate alle buone pratiche ambientali e all’ecumenismo.

Le conclusioni saranno affidate a monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione CEI per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso; il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia; padre Ionut Coman, incaricato per l’ecumenismo della Diocesi ortodossa romena d’Italia.

L’appuntamento si inserisce nella scia di un cammino ecumenico ripreso nel 2016 a Trento, dopo una lunga pausa dai convegni nazionali sul Padre Nostro del 1999 e sulle Beatitudini del 2003.

Il convegno si svolgerà presso Novotel Milano Nord Ca’ Granda, Viale Suzzani 13, 20162 – Milano.

Scarica il Pieghevole-convegno-Milano-2018

 

 

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#AssiseFCEI2018. Protestantesimo: il tempo della riflessione e delle proposte

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Si è conclusa la I Assise della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Approvato all’unanimità il documento “Gli evangelici nello spazio pubblico” sui temi dell’ecumenismo, dell’accoglienza, della libertà religiosa, della laicità

Da www.nev.it del 18 novembre 2018

Ecumenismo, accoglienza, migrazioni, laicità, libertà religiosa, dialogo, cultura, ambiente, spiritualità, contrasto alla violenza sulle donne: questi, in estrema sintesi, i temi contenuti nel documento “Gli evangelici nello spazio pubblico” approvato all’unanimità durante la giornata conclusiva della I Assise (in base all’ultimo Statuto) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) oggi a Pomezia (RM).

“Vediamo prevalere i toni della rissa costante, della delegittimazione degli avversari e, talora, anche di campagne d’odio amplificate dai media. In questo trionfo della prevaricazione e della manipolazione, la vera e grande sconfitta non è soltanto l’etica del linguaggio e del confronto, ma anche la verità” esordisce il documento, in cui la FCEI denuncia gli effetti di un “atteggiamento sociale di crescente intolleranza nei confronti degli immigrati, dei richiedenti asilo, dei rom, e anche di disprezzo dei più poveri e delle minoranze”. Nel rimarcare come l’idea del primato della “italianità”, sia in contrasto con gli interessi della Repubblica, l’Assise ha richiamato le norme a tutela delle minoranze, degli immigrati e delle immigrate e dei richiedenti asilo contenute nella Costituzione. I delegati hanno inoltre approvato una Lettera aperta, “L’ottimismo della speranza”, che rinnova convintamente  l’impegno e il sostegno al programma rifugiati e migranti della FCEI Mediterranean Hope (Corridoi umanitari; Medical Hope; “dublinati”).

“Denunciamo ogni espressione di antisemitismo, xenofobia, razzismo, islamofobia” prosegue il documento, che definisce le “ideologie violente” che violano i principi fondamentali riconosciuti a livello internazionale come un “peccato blasfemo contro l’umanità e la dignità di ogni uomo e di ogni donna”. A tal fine auspica una maggiore coesione per un’Europa della pace, della solidarietà e dei diritti, necessaria per affrontare le “sfide globali come le cause (belliche, politiche, economiche e climatiche) dei movimenti migratori”.

L’Assise ha inoltre denunciato le manipolazioni e le strumentalizzazioni delle tematiche migratorie e di un allarme sociale che alimenta “una guerra tra poveri” che, oltre a tutto, elude il drammatico problema delle (nuove) povertà, della disoccupazione e del lavoro precario, che dovrebbero essere una priorità.

Attenzione è stata portata anche alle tematiche consolidate del protestantesimo italiano, relativamente all’urgenza di una legge per la libertà religiosa, per una laicità dello Stato che sia “progetto di una società aperta e pluralista”.

L’Assise ha poi ribadito il suo impegno per contrastare ogni discriminazione sulla base dell’identità sessuale, la violenza in ogni sua forma, il femminicidio e lo sfruttamento del corpo femminile riaffermando “altresì, il suo impegno a favore delle leggi acquisite sull’autodeterminazione della donna”. Infine il documento FCEI richiama a continuare la cooperazione in ambito ecumenico, per il dialogo interreligioso e per la tutela dell’ambiente.

Un lungo e intenso dibattito ha attraversato l’Assise, portando all’approvazione all’unanimità mozioni programmatiche inerenti la collaborazione dei servizi FCEI fra cui Essere chiesa insieme (ECI) e Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM), su educazione, intercultura e ambiente, sull’avvio di colloqui con cattolici e ortodossi sulla nuova versione ecumenica del Padre nostro.

L’Assise triennale rappresenta una novità nel percorso della FCEI. Istituita nell’Assemblea del 2015, si presenta come una sorta di “stati generali” del protestantesimo storico e non, con lo scopo di promuovere momenti di incontro e dibattito, ma anche di indicare indirizzi su principi generali a cui l’Assemblea della FCEI si ispirerà per il suo lavoro.

Per approfondimenti vedi il PROGRAMMA e la SCHEDA sulla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

Interviste, schede e documentazione dell’Assise della FCEI, sono disponibili qui.

 

 

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VII Convegno Internazionale Centro di Documentazione Metodista, 29 novembre 2018

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Il 29 novembre 2018, presso Sapienza Università di Roma (Edificio di Lettere, Aula Odeion), si svolgerà il convegno internazionale Metodismo, giustizia sociale, diritti. Uno sguardo tra Europa, Africa ed USA, settimo appuntamento della serie promossa dal Centro di Documentazione Metodista e dal Dipartimento di Storia Culture Religioni della Sapienza. Il convegno mette a fuoco i rapporti tra metodismo, giustizia sociale e diritti umani, in diversi contesti storici e geografici. In occasione dell’anniversario di eventi come la Dichiarazione dei diritti umani, l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, la morte di Martin Luther King, il 1968, il tema proposto appare fecondo per approfondimenti storici, ma anche massimamente attuale. Dopo i saluti istituzionali di apertura si svolgeranno le relazioni di Elena Bein Ricco, Giancarlo Rinaldi, Daniel Pratt Morris-Chapman, Emmanuel Asante, Paolo Naso, Francesca Cadeddu, Sergio Aquilante, Silvana Nitti, cui seguiranno le conclusioni di Gaetano Lettieri.

The seventh international conference on Methodism organized by the Methodist Documentation Center (Italy) and the Department of History, Cultures, Religions of Sapienza University of Rome will be held on 29 November 2018 at Sapienza University (Faculty of Humanities, “Odeion” room). This year’s theme will be “Methodism, Social Justice, Human Rights. A Look at Europe, Africa, and USA”. The conference focuses on the relationships between Methodism, social justice and human rights, in various historical and geographical contexts. The anniversary of events such as the Universal Declaration of Human Rights, the date the Constitution of the Italian Republic came into force, Martin Luther King’s death, and the 1968 movements, provides the opportunity to reflect upon both historical trajectories and current events. Following the institutional greetings, the speakers Elena Bein Ricco, Giancarlo Rinaldi, Daniel Pratt Morris-Chapman, Emmanuel Asante, Paolo Naso, Francesca Cadeddu, Sergio Aquilante, Silvana Nitti, will deliver their papers; Gaetano Lettieri will deliver a concluding speech.

Pieghevole Convegno
Locandina Convegno

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Segue articolo da riforma.it del 27 novembre 2018

 

 

 

Alla Sapienza lo sguardo metodista «tra Europa, Africa, Usa e Italia»

Il VII Convegno internazionale promosso dal Centro di documentazione Metodista metterà a fuoco i rapporti tra il metodismo e la giustizia sociale. Ne parliamo con la Presidente dell’Opcemi, Mirella Manocchio

È giunto alla settima edizione il Convegno di studi internazionali sul metodismo promosso dal Centro di documentazione metodista (Cdm) in collaborazione con la Sapienza – Università di Roma. Un convegno dal titolo «Metodismo, giustizia sociale, diritti. Uno sguardo tra Europa, Africa, Usa», che si terrà a Roma giovedì 29 novembre presso la Sala Odeion della Facoltà di Lettere e filosofia alle 10.
«Dialogare e poter riflettere con intellettuali, studentesse, studenti e persone interessate, è oggi più che mai importante. Il “fatto religioso” s‘interseca inevitabilmente con ambiti sociali, politici, culturali e storici. Il Convegno di giovedì, grazie all’apporto scientifico di professori ed esperti – dice a Riforma.it Mirella Manocchio, presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi) –ripercorrerà la storia del metodismo e le scelte che sin dall’inizio l’hanno spinto verso la ricerca della giustizia sociale e la difesa dei diritti umani. Analisi, che saranno affrontate in modo interdisciplinare senza dimenticare le radici geografiche che hanno contraddistinto la nostra storia».
 
Europa, Africa e Usa, è così?
«Il metodismo – prosegue Manocchio – nasce in Inghilterra e poi raggiunge gli Usa e l’Africa,  e solo dopo arriva in Italia. Il movimento metodista grazie al suo fondatore John Wesley seppe influenzare queste aree, soprattutto in materia di diritti civili. Basta pensare all’apporto fornito alle diverse popolazioni locali dalle scuole metodiste, in Africa ad esempio, dove si formarono molti giovani diventati leader, intellettuali; per citarne uno su tutti: Nelson Mandela. Scuole nelle quali, ricordava Mandela, “era possibile relazionarsi con i professori bianchi in modo paritario”».
 
Il convegno cade, tra l’altro, in occasione di alcuni anniversari importanti.
«Ci sono alcune fortunate coincidenze: la Dichiarazione dei diritti umani; l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana; l’anniversario della scomparsa di Martin Luther King e il 1968. Tappe importanti, che hanno segnato la storia dell’umanità e aperto la strada a democrazie plurali, a principi e valori solidali».
 
Nell’Italia di oggi quale ruolo gioca il metodismo?
«Da sempre ci impegniamo “nello spazio pubblico”, anche con azioni concrete. Molte di queste le portiamo avanti insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, e ad altre chiese sorelle. Messaggi e azioni che riteniamo importanti, dirimenti, ad esempio l’impegno contro la violenza sulle donne; o la battaglia per giungere al più presto a una legge quadro per la libertà religiosa e superare le vetuste legge sui “culti ammessi” del 1929; affermando la nostra netta posizione a favore dello Jus Soli. Insomma “battaglie” per difendere i diritti umani, per i diritti di tutte e tutti e per chiedere pari dignità e giustizia sia nel mondo sia in Italia».
 
Una chiamata al senso di responsabilità dunque?
«Giovedì non sarà solo l’occasione per proporre la rievocazione storica, teologica e culturale del metodismo, tantomeno sarà l’occasione per fare l’elogio del nostro operato, sarà seppur in forma accademica nella forma e nella sostanza, un’occasione per stimolare una riflessione comune su questioni che riteniamo inderogabili. Wesley – ricorda ancora Manocchio – fu il primo leader religioso a prendere una posizione chiara contro lo schiavismo. Il nostro convegno cercherà di stimolare riflessioni da portare all’interno delle nostre chiese e fuori da esse. Cercherà di far emergere le contraddizioni presenti nella società italiana ed europea; lo faremo partendo dalla nostra Costituzione Repubblicana, la più bella del mondo, purtroppo non ancora pienamente attuata, talvolta osteggiata».
 
Dopo i saluti di apertura del presidente del Cdm, il pastore Massimo Aquilante, conclude Manocchio, «saranno  affrontati diversi temi: Il protestantesimo e l’età dei diritti con Elena Bein Ricco; John Wesley e le buone opere con Giancarlo Rinaldi; Wesley, il metodismo e l’impegno contro lo schiavismo negli Stati Uniti con Daniel Pratt Morris-Chapman; Il metodismo e la decolonizzazione dell’Africa con Emmanuel Assante; Un metodista nel Civil Rights Movement con Paolo Naso; Metodismo e movimento per il suffragio femminile con Francesca Cadeddu; Il metodismo americano e i diritti dei nativi negli anni del Removal Act, 1820-1840 con Sergio Aquilante; Chiese metodiste e movimenti sociali nel Sessantotto italiano con Silvana Nitti e la conclusione dei lavori a cura di Gaetano Lettieri».
 
I metodisti nascono nel XVIII secolo in Inghilterra con un vasto movimento di risveglio religioso ad opera di John Wesley (1703-1791), la cui caratteristica era quella di predicare all’aperto, nelle città come nelle campagne. «Il mondo è la mia parrocchia» fu da subito il suo motto, che lo portò a fare delle piazze, delle case, di ogni spazio di vita quotidiana i luoghi di una rinnovata fede cristiana. In Italia i metodisti si inseriscono nel risveglio culturale e religioso del Risorgimento, con l’arrivo nel 1859 di William Arthur, segretario della Wesleyan Methodist Missionary Society di Londra. I metodisti si riconoscono nella confessione di fede del 1655 e hanno lo stesso ordinamento sinodale-rappresentativo dei valdesi. L’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia nasce dalla trasformazione della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia con la piena attuazione del Patto d’Integrazione (1975) con la Chiesa evangelica valdese, che diede vita all’Unione delle chiese metodiste e valdesi in Italia. L’Opera è amministrata da una commissione sinodale (Comitato permanente) composta da un presidente (legale rappresentante) e da tre membri eletti annualmente dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi e da un delegato della Tavola Valdese. Nell’ordinamento “civile” l’Opcemi è un ente ecclesiastico dotato di personalità giuridica (D.P.R. 20 marzo 1961 e successive modificazioni).
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