Dalla Corea alla pace

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Di Claudio Paravati

Sentire pronunciare la parola “Italia” per il conferimento di un premio internazionale per la pace (World Methodist Peace Award) dà una certa emozione. Ancora di più se ci si trova nel bel mezzo del culto di apertura dei lavori del Consiglio Mondiale Metodista (11-18 luglio) nella chiesa metodista Kwanglim Church a Seoul, in Corea del Sud, alla presenza di oltre duemila persone.

La grande famiglia metodista, che nel mondo conta circa 80 milioni di fedeli, ha voluto omaggiare la chiesa metodista italiana per il suo impegno a favore dei migranti e dei rifugiati a partire dalla fine degli anni Ottanta, fino alla collaborazione con il progetto Mediterranean Hope. L’assegnazione del premio è stata ufficialmente proclamata durante una cerimonia centrata sull’impegno dei cristiani per la pace a cui ha partecipato la pastora Mirella Manocchio, presidente del Comitato permanente dell’Opcemi, che ha ricordato come l’ultimo progetto per i rifugiati in cui la chiesa metodista è coinvolta (MH) è divenuto realtà grazie «a tutti i soggetti che hanno reso possibile un progetto tanto coraggioso e pionieristico: la famiglia protestante italiana (rappresentata nella Federazione delle chiese evangeliche in Italia); la chiesa valdese, che, come si sa, con quella metodista si è “integrata” più di quarant’anni fa dando vita a un’unione di chiese; la Comunità di Sant’Egidio, partner sin dai primi passi mossi, in particolare per quel che riguarda l’azione dei corridoi umanitari».

Il premio è stato consegnato in Corea, ovvero in quella parte di mondo che da più di cinquant’anni vive sotto un logorante armistizio. Facendo riferimento agli sviluppi politici delle ultime settimane, il vescovo metodista Kim Ki Taek ha detto durante il sermone domenicale: «Finalmente l’ultimo muro esistente della guerra fredda, quello con la Corea del Nord, sta cadendo. Dio ha ascoltato le nostre preghiere». E il pastore metodista Jong Chun (J.C.) Park, attuale presidente del Consiglio mondiale, ha tuonato dal pulpito durante il sermone d’apertura dei lavori, denunciando il trattamento riservato alle Coree dalle grandi potenze mondiali che la circondano: Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone.

La pastora metodista Choi, all’ombra del suggestivo palazzo Deoksugung, uno degli ultimi esempi di architettura tradizionali sopravvissuti a Seoul, ha ricordato come l’identità dei sudcoreani si giochi oggi tra un passato da dimenticare e un futuro non meglio definito da voler conquistare.

Così accanto a grandi potenze economiche made in Corea quali la Samsung e la Hyundai, l’identità coreana (un paese di più di cinquanta milioni di persone) ricerca anche la propria “identità spirituale”. Nell’ultimo censimento ufficiale infatti – datato 2005 – emerge una viva pluralità religiosa: 29% di cristiani (somma data dal 18,3 % di protestanti più il 10,7 % di cattolici), 22,8% buddhisti, 0.2 % confuciani. Il resto, quasi il 50%, si dichiara di nessuna appartenenza religiosa. Si tenga infine conto che proprio in Corea sono oggi sempre più forti, accanto alle religioni tradizionali, veri e propri – talvolta difficili per noi da comprendere – nuovi movimenti religiosi. Questo per dare un affresco del quadro spirituale entro il quale il ruolo delle chiese protestanti è stato, ed è tuttora, fondamentale. In particolare il metodismo ricopre da sempre un ruolo di primissimo piano: la prima scuola pubblica del paese, compresi i due studentati proprio lì accanto, per esempio, è stata aperta proprio dai missionari wesleyani. Istituzione che fin da subito fu riconosciuta e stimata dalle autorità; e diede i natali a intere generazioni della classe dirigente del paese, svolgendo un ruolo chiave anche per il pensiero indipendentista coreano sotto occupazione giapponese, momento buio e doloroso per la storia di Corea. Proprio per questo la presenza dei metodisti in città, compresa la folta delegazione proveniente da tutto il mondo, non è passata inosservata. Una cerimonia pubblica nel centro città, una preghiera per la pace, ha concluso i lavori, e gli oltre cento delegati giunti da ogni continente si sono uniti a centinaia di fedeli locali per chiedere la pace, subito, tra le Coree e in tutte le zone di sofferenza e conflitto nel mondo. Prossimo appuntamento del Consiglio metodista mondiale è previsto per il 2021 in Svezia, a Goteborg: nella speranza che il progresso della pace nel mondo abbia fatto, nel frattempo, passi in avanti.

leggi l’articolo sul sito di Riforma

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Voi mi sarete testimoni

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In occasione del Consiglio Europeo delle Chiese (KEK) riunitosi in assemblea generale a Novi Sad dal 31 maggio al 6 giugno 2018, è stato redatto un documento rivolto ed inviato a tutte le Chiese e ai cittadini dell’Europa.

Leggi il documento integrale

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“Dentro e fuori le mura” al Carcere di Vallo della Lucania

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Dalla circolare n. 3/2018 delle chiese di Salerno, Albanella, Ottaviano.
una bella iniziativa a favore dei carcerati

[/box] Nei tempi passati, le cinte murarie delle città, oltre ad essere linee di difesa, erano anche linee di demarcazione daziaria. Gli abitanti di fuori le mura, quelli del contado, nell’oltrepassare tale linea di demarcazione, dovevano dichiarare ai gabellieri quanto trasportavano e pagare il dazio (come nella famosa scena con Troisi e Benigni in “Non ci resta che piangere”).

La demarcazione, comunque, non era solo daziaria, ma anche cultura-le: le tradizioni contadine si discostavano abbastanza dai contesti culturali cittadini. Il “cafone” era sempre descritto come un rozzo o considerato dal cittadino come un sempliciotto dabbene da sfruttare o da gabbare. Al di là dei luoghi comuni, però, le espressioni musicali di “fuori le mura”, affondando le radici nella cultura contadina, avevano uno spessore degno al pari della cosiddetta musica dotta delle città, e le serenate e le calascionate del contado erano importate “dentro le mura” e rielaborate, come nel caso di Jesce sole, Fenesta vascia, Fenesta ca lucive, ‘E spingule frangese, la Serenata de Policenella.

Martedì 19 giugno u.s. questo esilarante spettacolo è stato portato “dentro le mura” della Casa Circondariale di Vallo della Lucania. Per più di un’ora i detenuti presenti hanno vissuto momenti entusiasmanti, grazie alla grande professionalità e generosità del duo Franco Mayer e Pasquale Terracciano.

Un grazie al Comandante capo Guido Piergallini e alla dottoressa Annamaura Calembo, educatrice della struttura, che ha voluto promuovere l’iniziativa

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Sosteniamo il “Centro Ecumene”

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EVERYBODY WANTS TO GO TO CENTRO ECUMENE

Ti prego gentilmente di fare una donazione  e di condividere  questa raccolta fondi

Cara Amica, Caro Amico,

spero che tu e i tuoi cari stiate bene.

Stiamo tutti vivendo un periodo molto intenso e ricco di sfide. 

Per noi del Centro Ecumene, come puoi immaginare, la pandemia da Covid-19 ha significato rinunciare alla maggior parte delle nostre attività eall’incontro con tutti voi assidui frequentatori del centro. Ci sei mancato molto!

Tuttavia, sappiamo che anche questo momento difficile ci è stato donato dal Signore, e abbiamo capito che potevamo trasformarlo in un tempo per costruire.

Qualche estate fa mi ha telefonato la mamma di Marta, una bambina che utilizza la sedia a rotelle, chiedendomi se fosse possibile iscriverla al nostro Campo Cadetti.

Sarei stata felice di accogliere Marta al Centro Ecumene, ma purtroppo non ho potuto: il nostro centro, infatti, non è ancora pienamente accessibile a persone con disabilità.

Non vogliamo che questo episodio si ripeta: riconosciamo la giustizia fra i popoli e gli individui come parte della nostra testimonianza evangelica, e l’inclusione delle persone disabili come un atto di giustizia.

Per questo abbiamo iniziato dei lavori che prevedono l’eliminazione delle barriere architettoniche, perchè sia accessibile per Marta, per tutte le bambine  e i bambini con disabilità, ma anche per tutte le persone che faticano ad utilizzare le scale.

Per fare in modo che queste persone raggiungano il nostro centro , abbiamo bisogno di acquistare un pulmino adatto al trasporto dei disabili. Ci faresti felici se ci aiutassi anche tu, nel modo e nella misura che preferisci: sarebbe un bel regalo di Pasqua.

Ti abbraccio con affetto e ti auguro una buona Pasqua di  resurrezione.

                                                                                            Elvira M.

P.S.: Appena sarà possibile, ti aspetto al Centro Ecumene! Potrai finalmente vedere ciò che avrai contribuito a realizzare con la tua donazione.

Puoi donare attraverso i seguenti canali:

Bonifico postale IBAN IT51A0760103200001052610704 

Con bollettino postale: C/C postale 1052610704

entrambi intestati a Centro Ecumene

Accedendo alla piattaforma di crowdfunding GofundMe

clicca qui per accedere a GofundMe

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Aiutateci a supportare la nostra opera sociale con doni

ma, soprattutto, partecipando alle attività!!

Vi ricordiamo le prossime attività in programma:

 

Campo Giovani – 12 Agosto / 17 Agosto 2020

 

Per informazioni e prenotazioni

Direttora Sig. ra Elvira Migliaccio

Tel.
069633310 cell. 3334104171

e-mail
ecumene.velletri@gmail.com

sito web
www.centroecumene.it

pagina facebook
www.facebook.com/CentroEcumene

LEGGI L’APPELLO ALLE CHIESE PER ECUMENE

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