Consiglio metodista mondiale
Dal 12 al 15 Luglio si terrà a Seoul, Corea del Sud, la seduta del Consiglio Metodista Mondiale, durante la quale si incontreranno i membri dell’esecutivo eletti nell’ultima assemblea generale (Houston, USA, agosto 2016), per confrontarsi, pregare insieme e prospettare una nuova visione per il futuro del Metodismo.
Per l’Italia parteciperanno la Presidente dell’OPCEMI, Pastora Mirella Manocchio, e il Vicepresidente dell’OPCEMI, Claudio Paravati, ai quali sarà consegnato il World Methodist Peace Award durante la cerimonia ufficiale del 14 luglio.
Per maggiori informazioni si legga la testimonianza del Segretario Generale del Consiglio Metodista Mondiale, Ivan Abrahams.
http://firstfridayletter.worldmethodistcouncil.org/2018/07/preparing-for-the-council-meeting-greeting-from-the-general-secretary/
Bambini separati dai genitori: numerosi pastori e uomini di chiesa arrestati per le proteste contro le norme di Trump
Da Riforma del 28 giugno 2018
Leader religiosi arrestati in tutti gli Stati Uniti per atti di disobbedienza civile contro la separazione dei bambini dai genitori al confine con il Messico
Urlano di riunire bambini e genitori, alzano cartelli con scritto “Smetti di separare le famiglie”. Centinaia di manifestanti, e fra questi molti leader religiosi di svariate denominazioni, continuano a protestare contro le norme applicate dall’amministrazione Trump che hanno portato alla separazione dei bambini dalle famiglie al confine con il Messico, immagini e parole che hanno fatto il giro del mondo. Il luogo delle manifestazioni è l’esterno del tribunale federale di Los Angeles, vicino all’hotel in cui due giorni fa era chiamato a parlare in un dibattito il procuratore generale Jeff Sessions, fra i sostenitori (anche con presunte giustificazioni teologiche più volte rimarcate) del pugno di ferro sul tema dell’immigrazione.
Sit-in pacifico, inni, canti, eppure i presenti vengono presto arrestati per manifestazione illegale, intralcio al traffico e altre accuse simili, mentre proseguivano incessantemente a citare passi biblici per raccontare l’amore per il prossimo che trasuda da ogni pagina delle scritture. Fra loro molti uomini di chiesa, pastori, preti, rabbini, in una vera comunità interdenominanazionale. Fra questi Sandra Olewine, pastora metodista della First United Methodist church a Pasadena insieme a vari membri di chiesa, il rabbino Jonathan Klein, il reverendo William Barber della Chiesa cristiana Discepoli di Cristo.
Sessions, metodista, dovrà anche affrontare un reclamo ufficiale da parte di 600 suoi fratelli e sorelle di chiesa che in una lettera hanno annunciato che «come membri della stessa denominazione abbiamo l’obbligo etico di parlare audacemente quando uno dei nostri membri è impegnato a causare danni significativi in questioni contrari alle nostre discipline».
Magliette rosse
Una #magliettarossa per #fermarelemorragia di umanità
indossiamo una maglietta rossa per un’accoglienza capace
di coniugare sicurezza e solidarietà
Rosso è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.
Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini.